Questo restauro a Imola ha consentito il recupero di pitture murali in una volta decorata quattrocentesca al piano terra di Palazzo Della Volpe a Imola. 
La volta a vela con unghie e lunette era stata completamente scialbata e si presentava bianca senza alcuna decorazione.
Le indagini stratigrafiche preliminari hanno evidenziato la presenza di una decorazione policroma dipinta a fresco nella’area centrale e a secco tutto intorno e nelle lunette.


Il descialbo è stato eseguito con il bisturi a secco e/o con applicazione di compresse imbevute di acqua per ammorbidire gli strati di tinteggiatura sopramessi, dove questi risultavano più tenaci e aderenti al supporto originale.
Sono subito emerse lacune nella decorazione originaria dovute a tagliole per la distribuzione degli impianti, fissaggio di ganci e soprattutto per una profonda raschiatura a cui i dipinti erano stati sottoposti per favorire l’adesione della prima imbiancatura.
Soprattutto erano rovinate le decorazioni eseguite a secco in cui la raschiatura aveva asportato a tratti anche lo strato superficiale dell’intonaco, creando abrasioni profonde per le quali, nelle successive fasi del restauro, si è resa necessaria la stuccatura, al fine di uniformare la superficie e renderla adatta per il ritocco pittorico ad acquerello.
Molti chiodi erano stati infissi nella superficie dipinta, e durante il restauro sono stati asportati, come anche sono state rimosse le vecchie stuccature ormai non idonee per il m
ateriale con cui erano state fatte o perché isolate dal supporto murario.
La decorazione rinvenuta sotto lo scialbo durante questo restauro a Imola raffigurava al centro un rosone con lo stemma della famiglia Riario Sforza, contornato da una corona di angeli e girali vegetali, realizzato a fresco. Le vele della volte e le unghie erano decorate con candelabre nascenti da medaglioni rossi e gialli collegati tra loro e con il rosone centrale da rami di felci stilizzate.
Nelle lunette, dipinte a secco, una cornice a finte modanature racchiudeva immagini di felci e palme sormontate da iscrizioni in latino. Una delle lunette si distingue dalle altre perché in essa è raffigurata la fenice, il mitico uccello che rinasceva dalle proprie ceneri.
Le lacune nel fondo biancastro della volta sono state ritoccate con colore a calce a tono, mentre tutte le decorazioni sono state ritoccate con tecnica mimetica con velature ad acquerello. Gli elementi decorativi delle lunette non sono stati completamente ricostruiti e neppure altre parti della decorazione della volta, perché la loro incompletezza non pregiudicava la lettura del complesso pittorico recuperato.
Questo restauro a Imola è stato molto importante per la particolarità delle decorazioni rinvenute.
L’importanza di questo restauro a Imola va al di là delle scelte tecniche, e sopratutto consiste nell’importanza dello stemma ritrovato, perché relativo alla famiglia Riario Sforza, dunque cronologicamente collocabile alla fine del Quattrocento. Lo stemma, quindi, è importantissima espressione di un’epoca della quale a Imola esistono solo poche e frammentarie testimonianze.
Questo lavoro di restauro a Imola, però, non si esaurisce nelle scelte tecniche del direttore dei lavori o delle maestranze, ma è stato anche essere collaborazione, incontro tra persone che con le proprie qualità e i propri interessi e competenze hanno lavorato fianco a fianco per il compimento di un progetto. 

Questo restauro a Imola, infatti, ha visto realizzato il progetto tecnico di recupero architettonico e decorativo, e anche il progetto di rendere pubblici lavori, scoperte, immagini, ricerche storiche e soprattutto lo spirito di collaborazione fra tutte le ditte che sono intervenute, in un libro che parlasse di tutto ciò, dal titolo “Restauri nel Palazzo Della Volpe a Imola. Ripristini e nuove scoperte“. Il progetto è stato finanziato dalle ditte che hanno preso parte ai lavori e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, in parti uguali, e ognuna ha partecipato con un proprio scritto.
Il libro è stato edito da NUOVECARTE di Ferrara nel novembre 2017, ed è stato presentato alla cittadinanza con un incontro nell’auditorium Aldo Villa (ex Sala Capitolare) dei Musei di San Domenico a Imola, con la collaborazione dei Musei civici. Il libro sul restauro a Imola, con la prefazione di Claudia Pedrini, direttore dei Musei di Imola, è a cura di Loredana Di Marzio, restauratrice della ditta di restauro LA FENICE di Imola, che è anche l’autrice di numerosi saggi all’interno del volume.